lunedì 3 maggio 2010

Welcome, gennaio 2010

Fortunatamente questa sera ho deciso di non risparmiare e sono andata al cinema. Sfortunatamente per voi, vi scrivo ancora.
Ho visto Welcome.
Degli amici me ne avevano parlato bene, e poi il titolo mi interessava. Una parola mai così svalutata.
Il film è splendido e agghiacciante. Non fate programmi per il dopo, se andrete a vederlo. Avrete solo voglia di tenervi la testa tra le mani. O magari l'avete già visto e lo sapete meglio di me. Bilal è curdo, arriva clandestino in Francia, a Calais da dove spera di imbarcarsi per l'Inghilterra. Là c'è la sua fidanzata. Bilal ha sedici anni, l'età di mio fratello e i suoi stessi sogni. E' bravo a giocare a calcio, vorrebbe giocare nel Manchester. Dopo aver esaurito soldi e tentativi Bilal prova l'ultima impossibile soluzione: traversare la manica a nuoto. Si allena tutti i giorni, nuota in mare aperto aiutato da un insegnante di nuoto che rischia il carcere, perchè favorisce e fomenta l'immigrazione clandestina secondo l'ultima legge francese sull'immigrazione, un capolavoro di disumanità.
Guardatelo, è importante. Adesso come non mai, se non altro per continuare a “sentire” umanamente se pensare non ci riesce più.
La vera traversata dobbiamo farla noi che consideriamo straniero anche il nostro vicino di casa,che viviamo nelle nostre piccole nevrosi “civili” e lasciamo che si consumino sotto i nostri occhi le ingiustizie che 60 anni fa non abbiamo tollerato e dalle quali ci siamo liberati. Ora non le vediamo più, sono miserie di altri, clandestine.
Quello che succede oggi a Rosarno è il benvenuto mancato. C'è qualcuno che è stanco di essere invisibile, di essere un concetto, un 'astrazione, un problema. C'è chi, nonostante tutto non ha ancora abdicato alla dignità. E per noi questo è sconcertante, non siamo preparati. Noi la dignità non ce la ricordiamo più.

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